Canonic Sexgate: ci risiamo
A poche ore dall'importantissimo match contro l'Isorella, escono nuove indiscrezioni riguardo i giocatori viadanesi. Pare che, oltre agli oriundi portati da Brontesi a Viadana, ci sia qualcun'altro coinvolto con la Oliveira...(l'articolo è sempre del Gola)
Saranno stati i krapfen della ditta Bonzi&Bonzi. Sarà che la nostra cara Viadana è pur sempre una terra accogliente. Sarà che i fumi dell’acciaieria prima li odi e poi ti ritrovi in piena notte sul balcone di casa tua ad inspirarli a piene narici quasi fossero benzina. Sarà che le buche delle nostre strade distruggono sospensioni e cerchioni, ma per i brufoletti sulle natiche hanno un effetto che il topexan neanche si sogna. Insomma, il motivo vero non si sa. Fatto sta che la cara Aurora Oliveira sembra non volersene andare dalla frazione che fu palude e continua a sollevare polveroni nella stessa maniera in cui il viagra risolleva i matrimoni logori.
L’ultima, clamorosa, svolta riguardante il Canonic Sexgate si è avuta solo pochi giorni fa. A bordo di una nave salpata dalle acque della cara Agroittica e diretta presumibilmente in un paradiso fiscale succede il disastro. Il capitano, tenente e colonnello Fernando Giò Hierro, nella consueta ispezione dopo che ha scroccato la cena a qualche sottoufficiale, trova quello che non avrebbe mai voluto trovare: in un container colmo di patatine gusto classico (molto probabilmente imbarcate per essere sottratte al fisco italiano) vengono ritrovati i nostri due amici africani che, tempo addietro, erano rimasti coinvolti nell’intrigo boccaccesco all’ombra del campanile. Fin qui tutto bene (d’altra parte, cosa vuoi che siano due immigrati che viaggiano nascosti in un container…), se non fosse che i due se ne escono con una bella storiella :”Giocadore Viadana galcio dato noi soldi in padadine per sgappare e no parlare gon giornalisti: noi fatto. Detto anghe portare gon noi gang Gruppo Missionario: noi no fatto, trobba baura!”. Sul momento l’intrepido capitano di ventura ovviamente non crede alle loro parole. Ed eccoci al secondo colpo di scena: i due ragazzi estraggono una foto e la consegnano al capitano, il quale rimane immobile, pietrificato!. Memore dell’addestramento militare, si da subito da fare per far sparire il reperto scottante. Ed eccoci al terzo colpo di scena. Nel brevissimo lasso di tempo in cui il capitano accende un fuoco utilizzando due bastoncini di legno e alcune pietre focaie nascoste tra le patatine per aumentarne il peso, sbuca alle sue spalle il solito Lele Mora il quale, nel vano tentativo di convincere i due fuggiaschi ad entrare nel mondo dello spettacolo, si era abilmente nascosto sulla nave: tutto ignudo si era finto un leone marino spiaggiato ed in difficoltà sul ponte della nave. Quattro e quattro otto, l’asino è cotto, otto e otto sedici, ti assicuro credici, la foto è arrivata a noi. Nonostante le numerose offerte ricevute (oltre a un sacchetto di patatine, una calcolatrice, un fischietto e un buono per avere un sito internet) decidiamo di pubblicare lo scatto indegno. Eccolo.

La prima impressione è stata: oddio, l’ennesimo episodio di razzismo nei confronti di un povero ragazzo di colore! Poi, vedendo le espressioni felici dei quattro, abbiamo pensato alla classica compravendita con il vù cumprà andata a buon fine e festeggiata con un abbraccio collettivo davanti all’obbiettivo di un agente della polizia locale ignaro di tutto. Fin da subito abbiamo invece escluso che si trattasse di una di quelle feste di addio al celibato, per due ragioni in particolare (ragioni che i cari lettori non potranno non condividere):
1. Ma dove vanno vestiti così?
2. Ma chi cavolo se li sposa questi quattro?
Non sappiamo cosa pensare. Piccola pausa: ci alziamo dalle nostre sedie, piccola estrazione del lotto sotto la cintura, sigaretta, altra estrazione e poi di nuovo tutti a guardare la foto. Quarto colpo di scena. E’a questo punto che nelle nostre menti, pure come quelle dei bambini che in abito bianco si accingono a ricevere la prima comunione, si insinua un dubbio. Come per magia i quattro ceffi si rivelano per chi veramente sono. Riconosciamo il famoso proprietario del sito per guardoni www.dariospiaanchelatuavia.org, il commercialista del CSI Faccio in Ventu, l’ex arbitro vittima della prima ed unica aggressione ad una giacchetta nera al torneo di calcio di Viadana. Lo shok è tremendo ma non ha ancora raggiunto l’apice. Cosa che succede quando osserviamo meglio la quarta persona ritratta nella fotografia. No! Non può essere! Piedi fatati, cosce possenti, braccio sinistro senza fascia da capitano, patta dei pantaloni che a fatica contiene la bestia dentro di sé…è proprio lui! E’ il Magri! Ma come si è conciato?? Non sarà mai che i tre amici lo hanno costretto a tingersi di nero e a mettersi la maglia dell’inter per poi fargli le cose peggiori???
Non sappiamo davvero cosa pensare ma, nel frattempo, la fotografia continua a darci informazioni…Notiamo che la maglia dell’inter presenta sulla manica lo stemmino della champion’s league (vi assicuriamo che c’è): quindi, o la maglia è quella di quest’anno oppure ha Q-U-A-R-A-N-T-A anni…Optiamo per la prima ipotesi. Continuiamo tuttavia a non capire dove è stata scattata la foto e, soprattutto, perché era in mano ai due fuggitivi. I particolari intanto continuano ad emergere. Notate infatti come tutti abbiano la maglia fuori dai pantaloni tranne Faccio in Ventu, che tenta goffamente di nascondere una macchia…La maglia dell’ex arbitro, inoltre, presenta un puntino che è chiaramente il segno di un laser puntato (riteniamo dagli stessi soggetti che durante Montirone-Viadana lanciarono pietre al nostro estremo difensore costringendolo ad urlare :”Ma arbitro, mi tirano le pietre!”)…e poi lo sfondo, con la scritta “galleria imbarcadero”, è certamente il porto dell’agroittica dietro il campo brutto dove aveva attraccato Briatore. Ecco, cari lettori, siamo arrivati al colpo di scena più colpo di scena di tutti gli altri, un colpo di scena degno dello zoppo del film “I soliti sospetti”: il luogo dello scatto è senza dubbio il groviglio di rovi dietro alla porta verso la stazione, già luogo dei tumultuosi incontri hot della Oliveira e che i vecchi di Viadana hanno già ribattezzato, vista la vicinanza alla stazione ferroviaria, “La’ dove l’Aurora lo prende interregionale”
Questo significa che i quattro sono stati in quel posto. Il dubbio si insinua sempre più forte…non è che insieme ai due ragazzi africani ai festini hanno partecipato anche altre persone? E non è che il Maggi sia tra queste e si sia dipinto il viso di nero per confondersi tra le ombre della notte? Tutti gli indizi portano in questa direzione..anche la maschera tenuta in mano dal proprietario dei siti per guardoni (il quale stavolta sembrerebbe non essere rimasto a guardare) potrebbe significare che la Oliveira non solo non si è accontentata di suonare tre note (si, la, do), non solo ha voluto tutto lo spartito (se le indiscrezioni saranno confermate ai festini partecipavano infatti sette persone), ma ha perfino preteso di avere due Magri e per questo ha costretto uno dei ragazzi a travestirsi da lui!
E’ una conclusione che fa male ai Viadanesi, ma è l’unica conclusione che mette insieme tutti gli indizi: Magri negro, Faccio in Ventu con la macchia, Dario mascherato, il porto dietro le loro spalle, ma, soprattutto la famosa dichiarazione della escort:”A Viadana si gioca la vera serie A”…
Resta ancora una cosa da chiarire: cosa cazzo significa l’espressione sul viso del bomber bassaiolo? E gli occhi iniettati di sangue degli altri cosa vogliono dirci? Forse le cose sono andate diversamente…non possiamo dirlo. Ora tocca ai diretti interessati fornire spiegazioni. In base a quanto diranno, il Magri sarà giudicato dai suoi tifosi: giudizio che avverrà la prossima settimana perché in questi giorni il “Gruppo Missionario” è impegnato in Libia al soldo di Gheddafi.
Saranno stati i krapfen della ditta Bonzi&Bonzi. Sarà che la nostra cara Viadana è pur sempre una terra accogliente. Sarà che i fumi dell’acciaieria prima li odi e poi ti ritrovi in piena notte sul balcone di casa tua ad inspirarli a piene narici quasi fossero benzina. Sarà che le buche delle nostre strade distruggono sospensioni e cerchioni, ma per i brufoletti sulle natiche hanno un effetto che il topexan neanche si sogna. Insomma, il motivo vero non si sa. Fatto sta che la cara Aurora Oliveira sembra non volersene andare dalla frazione che fu palude e continua a sollevare polveroni nella stessa maniera in cui il viagra risolleva i matrimoni logori.
L’ultima, clamorosa, svolta riguardante il Canonic Sexgate si è avuta solo pochi giorni fa. A bordo di una nave salpata dalle acque della cara Agroittica e diretta presumibilmente in un paradiso fiscale succede il disastro. Il capitano, tenente e colonnello Fernando Giò Hierro, nella consueta ispezione dopo che ha scroccato la cena a qualche sottoufficiale, trova quello che non avrebbe mai voluto trovare: in un container colmo di patatine gusto classico (molto probabilmente imbarcate per essere sottratte al fisco italiano) vengono ritrovati i nostri due amici africani che, tempo addietro, erano rimasti coinvolti nell’intrigo boccaccesco all’ombra del campanile. Fin qui tutto bene (d’altra parte, cosa vuoi che siano due immigrati che viaggiano nascosti in un container…), se non fosse che i due se ne escono con una bella storiella :”Giocadore Viadana galcio dato noi soldi in padadine per sgappare e no parlare gon giornalisti: noi fatto. Detto anghe portare gon noi gang Gruppo Missionario: noi no fatto, trobba baura!”. Sul momento l’intrepido capitano di ventura ovviamente non crede alle loro parole. Ed eccoci al secondo colpo di scena: i due ragazzi estraggono una foto e la consegnano al capitano, il quale rimane immobile, pietrificato!. Memore dell’addestramento militare, si da subito da fare per far sparire il reperto scottante. Ed eccoci al terzo colpo di scena. Nel brevissimo lasso di tempo in cui il capitano accende un fuoco utilizzando due bastoncini di legno e alcune pietre focaie nascoste tra le patatine per aumentarne il peso, sbuca alle sue spalle il solito Lele Mora il quale, nel vano tentativo di convincere i due fuggiaschi ad entrare nel mondo dello spettacolo, si era abilmente nascosto sulla nave: tutto ignudo si era finto un leone marino spiaggiato ed in difficoltà sul ponte della nave. Quattro e quattro otto, l’asino è cotto, otto e otto sedici, ti assicuro credici, la foto è arrivata a noi. Nonostante le numerose offerte ricevute (oltre a un sacchetto di patatine, una calcolatrice, un fischietto e un buono per avere un sito internet) decidiamo di pubblicare lo scatto indegno. Eccolo.
La prima impressione è stata: oddio, l’ennesimo episodio di razzismo nei confronti di un povero ragazzo di colore! Poi, vedendo le espressioni felici dei quattro, abbiamo pensato alla classica compravendita con il vù cumprà andata a buon fine e festeggiata con un abbraccio collettivo davanti all’obbiettivo di un agente della polizia locale ignaro di tutto. Fin da subito abbiamo invece escluso che si trattasse di una di quelle feste di addio al celibato, per due ragioni in particolare (ragioni che i cari lettori non potranno non condividere):
1. Ma dove vanno vestiti così?
2. Ma chi cavolo se li sposa questi quattro?
Non sappiamo cosa pensare. Piccola pausa: ci alziamo dalle nostre sedie, piccola estrazione del lotto sotto la cintura, sigaretta, altra estrazione e poi di nuovo tutti a guardare la foto. Quarto colpo di scena. E’a questo punto che nelle nostre menti, pure come quelle dei bambini che in abito bianco si accingono a ricevere la prima comunione, si insinua un dubbio. Come per magia i quattro ceffi si rivelano per chi veramente sono. Riconosciamo il famoso proprietario del sito per guardoni www.dariospiaanchelatuavia.org, il commercialista del CSI Faccio in Ventu, l’ex arbitro vittima della prima ed unica aggressione ad una giacchetta nera al torneo di calcio di Viadana. Lo shok è tremendo ma non ha ancora raggiunto l’apice. Cosa che succede quando osserviamo meglio la quarta persona ritratta nella fotografia. No! Non può essere! Piedi fatati, cosce possenti, braccio sinistro senza fascia da capitano, patta dei pantaloni che a fatica contiene la bestia dentro di sé…è proprio lui! E’ il Magri! Ma come si è conciato?? Non sarà mai che i tre amici lo hanno costretto a tingersi di nero e a mettersi la maglia dell’inter per poi fargli le cose peggiori???
Non sappiamo davvero cosa pensare ma, nel frattempo, la fotografia continua a darci informazioni…Notiamo che la maglia dell’inter presenta sulla manica lo stemmino della champion’s league (vi assicuriamo che c’è): quindi, o la maglia è quella di quest’anno oppure ha Q-U-A-R-A-N-T-A anni…Optiamo per la prima ipotesi. Continuiamo tuttavia a non capire dove è stata scattata la foto e, soprattutto, perché era in mano ai due fuggitivi. I particolari intanto continuano ad emergere. Notate infatti come tutti abbiano la maglia fuori dai pantaloni tranne Faccio in Ventu, che tenta goffamente di nascondere una macchia…La maglia dell’ex arbitro, inoltre, presenta un puntino che è chiaramente il segno di un laser puntato (riteniamo dagli stessi soggetti che durante Montirone-Viadana lanciarono pietre al nostro estremo difensore costringendolo ad urlare :”Ma arbitro, mi tirano le pietre!”)…e poi lo sfondo, con la scritta “galleria imbarcadero”, è certamente il porto dell’agroittica dietro il campo brutto dove aveva attraccato Briatore. Ecco, cari lettori, siamo arrivati al colpo di scena più colpo di scena di tutti gli altri, un colpo di scena degno dello zoppo del film “I soliti sospetti”: il luogo dello scatto è senza dubbio il groviglio di rovi dietro alla porta verso la stazione, già luogo dei tumultuosi incontri hot della Oliveira e che i vecchi di Viadana hanno già ribattezzato, vista la vicinanza alla stazione ferroviaria, “La’ dove l’Aurora lo prende interregionale”
Questo significa che i quattro sono stati in quel posto. Il dubbio si insinua sempre più forte…non è che insieme ai due ragazzi africani ai festini hanno partecipato anche altre persone? E non è che il Maggi sia tra queste e si sia dipinto il viso di nero per confondersi tra le ombre della notte? Tutti gli indizi portano in questa direzione..anche la maschera tenuta in mano dal proprietario dei siti per guardoni (il quale stavolta sembrerebbe non essere rimasto a guardare) potrebbe significare che la Oliveira non solo non si è accontentata di suonare tre note (si, la, do), non solo ha voluto tutto lo spartito (se le indiscrezioni saranno confermate ai festini partecipavano infatti sette persone), ma ha perfino preteso di avere due Magri e per questo ha costretto uno dei ragazzi a travestirsi da lui!
E’ una conclusione che fa male ai Viadanesi, ma è l’unica conclusione che mette insieme tutti gli indizi: Magri negro, Faccio in Ventu con la macchia, Dario mascherato, il porto dietro le loro spalle, ma, soprattutto la famosa dichiarazione della escort:”A Viadana si gioca la vera serie A”…
Resta ancora una cosa da chiarire: cosa cazzo significa l’espressione sul viso del bomber bassaiolo? E gli occhi iniettati di sangue degli altri cosa vogliono dirci? Forse le cose sono andate diversamente…non possiamo dirlo. Ora tocca ai diretti interessati fornire spiegazioni. In base a quanto diranno, il Magri sarà giudicato dai suoi tifosi: giudizio che avverrà la prossima settimana perché in questi giorni il “Gruppo Missionario” è impegnato in Libia al soldo di Gheddafi.
6 Comments:
Grandi ragazzi!!!Io al massimo avrei detto che eravate una squadra di curling...Beh, il verbo è sempre quello...
Dario Marrazo, culo Marrazo, prende Marrazo, bravo Marrazo.
strano silenzio della redazione...
Qualcuno ci ha sciolto della droga nella Tennents (sospetto Archetti che non finito la sua). Comunque Ghedini ha detto che, in ogni caso, noi saremmo gli "utilizzatori finali" e che quindi non possiamo essere accusati di nulla. Soprattutto per la partita della mattina seguente.
Credo che le prossime novità serviranno a togliere il condizionale dalle sue parole caro Marrazo...
STATOOOO PIEEEEEEEEEEEETOSOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO....AHAHAHAHA......BAAAAAAAAAAAAAAAALOOOOOOOOOOOOOOOOOTELLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII.....
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