L'angolo dei bambini - la fiaba del Gola
C’era una volta un piccolo paesino, dal nome sconosciuto, dove viveva un gruppo di porcellini, tutti rosa, tranne due neri (ma questo non è che conti poi tanto ai fini della storia). Insomma, questi porcellini si ritrovavano spesso in gruppo in un pascolo loro concesso in affitto da non si sa chi e qui facevano tanti giochi insieme. Il loro gioco preferito era la “Carruba basca”( si trattava di una evoluzione della più nota pelota basca che, come tutti sapranno, derivava a sua volta dalla pelota, poi chiamata basca perché, a seguito dei numerosi infortuni nelle parti intime, i giocatori avevamo pensato di ripararsi appunto con un basco). E i maialini si divertivano moltissimo. Terminato il gioco, tutti insieme andavano in un casolare vicino a “rotolarsi nel fango”. A questo punto, però, succedevano sempre due cosa strane: due maialini aspettavano in disparte che tutti gli altri avessero finito di rotolarsi (spesso fingendo di raccogliere i giochi utilizzati poco prima o raccontandosi i viaggi che ognuno di loro aveva fatto) e un terzo maialino addirittura si comportava in maniera ancora più strana. Anch’egli era restio a rotolarsi con gli altri e chiedeva allora a qualche altro maialino di prolungare per un po’ di tempo il gioco all’aria aperta finchè, giunto dove gli altri si “rotolavano nel fango”, decideva di andarsene senza “rotolarsi”. La cosa per un po’ di tempo passò inosservata. Poi, però, gli altri maialini cominciarono a porsi delle domande:” Perché quei due maialini, grunf grunf (riproduzione onomatopeica del verso del maiale) , aspettano sempre che noi abbiamo finito di “rotolarci” per poi “rotolarsi” da soli? E perché, grunf grunf, uno dei due, quando ha finito di “rotolarsi”, ha sempre le gambe posteriori arrossate? E, soprattutto, perché quell’altro maialino non si “rotola” mai?”. Queste domande rimasero per lungo tempo senza risposta. Finchè, un bel giorno, si aggregò al gruppo un altro maialino (di cui peraltro si conosceva anche il nome: Alessandro Cerchiunpavone?), il quale spiegò ai nostri eroi che, evidentemente, quei due maialini che si “rotolavano” da soli preferivano così, avevano gusti diversi, e tante altre cose che fecero capire al gruppo di curiosi amici che non era il caso di fare altre domande. Ma se un mistero era svelato, ne restava un altro avvolto nell’ombra: perché quell’altro maialino non si “rotolava” né con gli altri né da solo (beh, magari da solo lo faceva nella sua fattoria quando ci tornava). Qualcuno provò ad avanzare delle ipotesi:”Magari, grunf grunf, ha il ricciolo diverso dai noi e si vergogna…” e ancora:”Magari, grunf grunf, il ricciolo non ce l’ha proprio!”. Insomma, tante ipotesi ma nessuna certezza. Fino a quando un bel giorno, uno dei due maialini che amavano “rotolarsi” da soli non si presentò a giocare con gli altri e si verificarono due cose che turbarono non poco gli altri del gruppo: l’altro maialino con gusti diversi decise di rotolarsi con gli altri ( e si “rotolò” anche piuttosto alla svelta rispetto altre volte), mentre l’altro maialino (quello che non si “rotolava” mai) per la prima volta si rotolò con gli altri. Ma cosa era successo?! La cosa turbò particolarmente gli altri maialini, che per diversi minuti, dopo essersi “rotolati”, si guardarono negli occhi come solo i maialini dopo che si sono “rotolati” sanno fare. Qualcuno di loro pronunciò addirittura frasi senza senso, tipo “Ho deciso, grunf grunf, di andare in bici per risolvere i miei problemi alla schiena”. Altri cantavano canzoni sconosciute, come “Gru-gru-gru-uuu-uuu-nf , Barbra Streisand”. Finchè, dal nulla, apparve nuovamente quel maialino di cui sopra il quale, con l’aria di chi la sa lunga, spiegò a tutti che forse questo maialino avrebbe voluto anche lui rotolarsi con quell’altro maialino, ma visto che c’era sempre anche quell’altro, si vergognava e questa volta, approfittando della sua assenza, ci aveva provato. Non è che questa spiegazione convinse proprio tutti, ma visto che un altro maialino continuava a cantare “Gru-gru-gru-uuu-uuu-nf, Barbra Streisand!”, la presero per buona e tornarono tutti alle proprie fattorie.
Solitamente, tutte le storie per bambini nascondo un insegnamento. Se anche questa ne ha uno, beh, è proprio nascosto bene. E comunque non adatto ai bambini. Grunf grunf!.